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Il sogno di Alessandro Magno

Alessandro Magno “Megas Alexander” il più grande condottiero della storia, misterioso e controverso non venne mai capito dai suoi sudditi che lo consideravano un pazzo avido senza freni, di fatto Alessandro fu soprattutto un grande esploratore con la fortuna di essere un Re, quindi indipendente da altri sovrani ha potuto realizzare in parte i propri sogni, altro suo vantaggio fu quello di trovare un Impero Persiano già organizzato con la politica/economica federalista perfetta per i suoi scopi, infatti egli durante le conquiste dei nuovi territori sostituiva i Satrapi poco fidati e restituiva il potere ai governatori locali lasciando scorrere la normale vita nelle province, il suo obbiettivo principale fu quello di stringere alleanze per garantirsi il passaggio sicuro in quelle terre fondando le varie città ALESSANDRIA nei punti strategici.
Alessandro non voleva fermarsi, rifiutava il mondo corrotto in cui crebbe, vivere in una reggia aumentava il rischio di complotti, mentre in movimento si limitavano i contatti pericolosi, non voleva diventare e morire come il padre Filippo, ma essere ricordato come Achille ed Ercole.
L’estremo oriente mise seriamente alla prova Alessandro Magno e quando si rese conto del peggioramento del proprio stato fisico decise di prendere moglie per generare un’erede che continuasse le sue idee, scelse una moglie di basso rango per evitare nobili macedoni corrotte, infatti Alessandro accusava la madre di essere la mandante dell’omicidio del padre. Istruito dal filosofo Aristotele (maestro di logica e razionalità), Alessandro fu ossessionato dalla mitologia greca, cercava con tutte le sue forze di evitare gli errori degli Eroi, Dei e Semidei, riparando al proprio passato.
 
Alessandro Magno morì il 10-11 giugno del 323 ac, per avvelenamento da radice di elleboro, erba medicinale normalmente utilizzata all’epoca come purgante e antidepressivo se dosata in piccole porzioni, l’uso eccessivo porta a febbre alta, cuore rallentato e paralisi fino alla morte. Alessandro caratterialmente intelligente, razionale, violento e impulsivo, cresciuto con la mitologia greca (Achille, Ercole,….) viveva nel terrore delle cospirazioni, le pesanti critiche che gli giravano intorno, il troppo vino, il successo delle sue conquiste, i suoi generali che non accettavano di stare al pari degli asiatici, Alessandro fu vittima di se stesso perdendo il senno, si costituì divinità “Figlio di Zeus” e “Figlio del Dio Ammone” con punte di arroganza e spietatezza, si innamorò della cultura mediorientale persiana andando in contraddizione con i canoni macedoni, sempre più in contrasto con i suoi fedeli guardava ad ovest progettando l’invasione dell’Arabia e di Cartagine, della Sicilia per poi salire a Roma con il nord Europa, poi la Spagna e oltre le colonne d’Ercole, i suoi generali temevano le paludi, le folte foreste pluviali e i deserti mentre Alessandro subiva il fascino della sfida all’ignoto; sognava l’integrazione razziale e culturale sotto il suo unico Impero utilizzando il modello politico federalista persiano con cultura greca ed esercito macedone, ma gli eccessi e le varie ferite di battaglia lo indebolirono fisicamente, la morte del suo primo generale-amante EFESTIONE (il 10 novembre 324 a.c. avvelenato dalla regina ) lo distrussero moralmente, sentendosi solo in un nido di serpenti, divenne irascibile e irrazionale, cominciò quindi la massiccia cura antidepressiva all’elleboro otto mesi prima della morte, Alessandro ormai logorato e tossicodipendente ordinava ai medici dosi sempre più consistenti (pensando di guarire) fino ad ucciderlo lentamente nei suoi ultimi 12 giorni di vita, tra crollo fisico, paralisi e agonia. Se fosse sopravvissuto oggi vivremmo in un mondo completamente diverso.

 
 
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